DENTRO LA PILA:
PROPOSTE DI EXHIBITS
La proposta consiste
nella costruzione di pile e di due celle elettrolitiche, una
per l’elettrolisi dell’acqua e l’altra per l’elettrodeposizione
del rame, con materiali di uso comune.
L'attività è stata
svolta nell’anno scolastico 2004/2005 con la classe III E, all’interno
di un percorso sull’elettricità.
Al termine del percorso sono state realizzate lezioni-laboratorio per
bambini delle scuole elementari, tenute dai ragazzi delle medie.
La ricaduta sotto l’aspetto dell’interesse e della motivazione è risultata
evidente. Dai commenti dei ragazzi è emerso infatti il piacere
di lavorare “con le mani”, di esplorare, di condividere con compagni
ed insegnanti l’impegno a realizzare un prodotto comune, di immergersi
nel ruolo di animatori. Si è osservata una positiva ricaduta
anche sul piano cognitivo. Infatti la necessità di comunicare
le proprie esperienze a compagni più piccoli ha fatto sì che
gli alunni ponessero maggior attenzione nel loro lavoro e fossero
stimolati ad impegnarsi nell’interpretare e comprendere più a
fondo i fenomeni in esame.
ARGOMENTAZIONI
SULLA SCELTA DEL FENOMENO
L’esplorazione del
funzionamento di pile e celle elettrolitiche offre spunti interessanti
dal punto di vista didattico in quanto:
è possibile
svilupparla attraverso esperienze semplici, facilmente riproducibili
e nello stesso tempo efficaci nello stimolare la curiosità
fa
indagare su esperienze ampiamente diffuse nella vita quotidiana
permette
di inserire le esperienze all’interno di percorsi più ampi,
riguardanti l’elettricità, le trasformazione della materia,
l’energia
si
presta bene ad un’analisi sia qualitativa che
quantitativa di relazioni tra variabili
fa
riflettere su concetti fondamentali quali l’equilibrio,
la reversibilità/irreversibilità e la spontaneità/non
spontaneità nelle trasformazioni
EXHIBITS
Pila alla frutta,
pila con lattina e aria, pila con lattina e moneta, pila
a mano, smontare l'acqua, ricoprire con il rame.
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Cosa
fare e cosa notare |
Prendi due limoni,
premili un po’ sul tavolo facendoli rotolare, in modo da liberare
un po’ di succo al loro interno, mettili nei bicchieri vuoti.
Inserisci in ciascun limone una barretta di rame ed una di
zinco, prelevate tra quelle a disposizione. Utilizzando i cavetti
elettrici, collega i due limoni tra loro e con l’orologio digitale,
come nel disegno.
L’orologio dovrebbe iniziare a funzionare. Se ciò non accade,
inverti i collegamenti con l’orologio. Al posto dei limoni
puoi utilizzare altra frutta a disposizione.
2.
PILA CON LATTINA E ARIA |
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Cosa
fare e cosa notare |
Osserva la lattina: è stata
avvolta internamente con carta assorbente tipo Scottex imbevuta
in una soluzione satura di sale da cucina e poi riempita con
carbone attivo (cioè con pezzetti di carbone particolarmente
poroso; nei pori resta intrappolato l'ossigeno dell'aria). All'interno
del carbone attivo è inserita una mina di grafite, collegata
al multimetro digitale tramite un cavetto elettrico (vedi disegno).
L'altro cavetto elettrico è fissato alla lattina stessa.
Se colleghi al multimetro il filo elettrico libero, il multimetro segnala
passaggio di corrente. Prova a scambiare tra loro i collegamenti dei
cavetti con il multimetro. Cosa osservi?
3.
PILA CON LATTINA E MONETA |
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Cosa
fare e cosa notare |
Una lattina è piena
di acqua distillata, l’altra di una soluzione satura di acqua
e sale da cucina. In entrambe è immersa, senza toccare la lattina,
una moneta da 2 centesimi. In questo caso i due elettrodi sono
costituiti rispettivamente dalla lattina (di alluminio) e dalla
moneta (di rame). Collega i cavetti di ciascuna lattina al tester,
come nel disegno.
Nel caso della lattina contenente acqua distillata non accade
nulla di evidente, mentre nell’altra il tester segnala passaggio
di corrente. Come mai?
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Cosa
fare e cosa notare |
Collega
due piastre metalliche a tua scelta al tester (vedi disegno).
Appoggia la mano sinistra su una, la destra sull’altra ed osserva
se il tester registra passaggio di corrente. Ripeti la prova
strofinando tra loro le mani, in modo da aumentare la produzione
di sudore. Osserva anche cosa accade appoggiando le mani su altre
coppie di metalli. Noti sempre passaggio di corrente? Con quali
coppie di metalli la corrente è più intensa? Noti qualche differenza
se scambi la mano destra con la sinistra? Chiedi la collaborazione
di altre persone. Tenetevi per mano in modo da formare una catena.
Invita le due persone esterne alla catena a tenere rispettivamente
una mano su una piastra di rame ed una sulla piastra d’alluminio.
Noti la stessa intensità di corrente con la pila formata da una,
due o tre persone?
Cosa
accade in una pila
Gli elementi essenziali
che costituiscono una pila sono:
due
elettrodi, spesso, ma non sempre (come nel caso della pila alluminio/ossigeno),
costituiti da due metalli diversi tra loro. Uno degli elettrodi ha
maggior tendenza dell’altro a cedere elettroni. Questa tendenza,
tipica di ciascun elettrodo, si chiama potenziale elettrico e il
suo valore può essere letto in apposite tavole
una
sostanza, chiamata elettrolita (un acido, un sale o una base)
che ha la caratteristica di dissociarsi spontaneamente in ioni
(particelle con carica positiva e con carica negativa). Nel
caso della pila alla frutta l’elettrolita è costituito dal
succo di limone, nella pila a mano dal sudore e dalle particelle
cariche che circolano all’interno del nostro corpo, nelle pile
con la lattina l’elettrolita è il sale da cucina. Se i due
elettrodi fossero messi direttamente a contatto, ci sarebbe
un trasferimento di elettroni tra l’uno e l’altro con liberazione
di energia sotto forma di calore, in quanto il trasferimento
avverrebbe in modo disordinato. In una pila gli elettrodi non
sono posti a diretto contatto, ma sono collegati tra loro da
un filo di rame lungo il quale gli elettroni fluiscono nella
stessa direzione, in altri termini si ha produzione di corrente
elettrica. Collegando gli elettrodi con il filo di rame si
turba però l’equilibrio che c’è a circuito aperto, basato sulla
prevalenza di elettroni ad un elettrodo rispetto all’altro.
Perché la corrente elettrica possa continuare a fluire è necessaria
la presenza dell’elettrolita, che ha il compito di assicurare
il flusso di cariche tra gli elettrodi anche all’interno della
soluzione, ripristinando così le condizioni di equilibrio.
1 - Riempi
un recipiente di vetro a bocca larga (ad es. un becker da 500
cc) con acqua resa leggermente acida per aggiunta di acido solforico
o cloridrico.
2 - Collega ad un pezzetto di grafite grossa (lungo qualche centimetro)
un cavetto elettrico lungo circa 20-30 cm.
3 - Riempi una provetta
con la stessa acqua resa acida che c'è nel becker , tappala con
un dito, capovolgila all'interno del becker e, stando sotto il pelo dell'acqua
inserisci con attenzione al suo interno il pezzo di grafite, facendo
uscire il cavetto elettrico dalla provetta ed evitando, durante questa
operazione, di farvi entrare aria. E' necessario utilizzare dei guanti.
4 - Aiutandoti con una molletta di legno, fa in modo che la provetta
resti in posizione verticale all'interno del becker.
5 -Ripeti i punti 2, 3 e 4, in modo da sistemare una seconda provetta
contenente acqua e un elettrodo di grafite con collegato un cavetto elettrico
all'interno del becker.
6 - Collega i cavetti elettrici provenienti dai due elettrodi di grafite
ad un alimentatore da 9 - 12 Volt.
Osserva ciò che accade nel giro
di una decina di minuti.
Dopo
poco nei due tubi laterali noterai la formazione di bollicine,
che è più intensa in quello collegato al polo negativo.
Se attendi un po’ più di tempo, puoi osservare che il livello
dell’acqua nei due tubi comincia a scendere, perchè in
essi si sta raccogliendo del gas. Il volume del gas raccolto
nel tubo collegato all’elettrodo negativo è circa doppio rispetto
a quello del gas raccolto nell’altro. Da dove vengono questi
gas?
6.
RICOPRIRE CON IL RAME |
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Cosa
fare e cosa notare |
Nel becker c'è una
soluzione di solfato di rame in cui sono immersie due viti in
acciaio. Collega
l’apparecchiatura (vedi
disegno) alla batteria da 4,5 V. Noterai che un elettrodo
si ricopre di rame metallico, da dove viene? Osservi altri effetti
in prossimità degli elettrodi?
Cosa accade
nelle celle elettrolitiche (esperienze n. 5 e n. 6)
Nelle
celle elettrolitiche avviene il processo inverso rispetto a quello
osservato nelle pile: qui la corrente elettrica produce delle
trasformazioni chimiche. Nel caso dell’elettrolisi dell’acqua
la corrente elettrica smonta la molecola d’acqua in
due particelle cariche, una con carica positiva e una con carica
negativa.Le particelle con carica positiva vanno all'elettrodo
collegato con il polo - della
pila e si riuniscono a due a due formando il gas idrogeno, quelle
con carica negativa si muovono verso l’altro elettrodo
e formano sulla sua superficie il gas ossigeno. Il gas idrogeno
raccolto si riconosce perché è esplosivo. Se si
estrae la provetta che lo contiene dall'acqua, tenendola ben
tappata con un dito, la si capovolge e si avvicina rapidamente
un fiammifero nel momento in cui si toglie il dito, si sente
un piccolo botto. Nell'altra provetta si raccoglie ossigeno,
che si riconosce perché, avvicinandovi un fiammifero,
la sua fiamma per un istante si ravviva.
Nell’elettrodeposizione del rame accade che su un elettrodo (chiodo)
si deposita del rame, contemporaneamente
l’altro si “rovina”, diventa nero. Il rame proviene
dal solfato di rame in soluzione (gli
ioni del rame con carica positiva presenti nella soluzione di solfato
di rame acquistano elettroni trasformandosi in rame metallico). Anche
qui la trasformazione chimica è evidente, perchè il solfato
di rame è un sale blu, mentre il rame metallico depositato sul
chiodo è rosso e lucido..
MATERIALI
Tutti
i materiali utilizzati per le cinque postazioni sono di uso comune.
1.
frutta (limoni, arance, mele…), fili elettrici con pinze a coccodrillo,
bicchieri in cui inserire i due frutti, barrette di zinco e rame
dello spessore di 1 o 2 mm, lunghe circa 6 cm, vaschette per
contenerle, orologio digitale
2. una
lattina da bibita di alluminio, carta assorbente tipo Scottex,
sale, un recipiente per preparare la soluzione salina, carbone
attivo per acquari, fili elettrici con pinze a coccodrillo,
una mina lunga 10-12 cm e con sezione di circa 5 mm, multimetro
digitale o un microamperometro (possibilmente con lo zero centrale)
3. due
lattine da bibita di alluminio completamente aperte nella parte
superiore, monete da 2 centesimi , due sostegni per i fili elettrici
cui sono agganciate le monete, fili elettrici con pinze a coccodrillo,
multimetro digitale o un microamperometro (possibilmente con
lo zero centrale), acqua distillata, sale da cucina, recipiente
per preparare la soluzione salina, etichette
4. due piastre di rame, una di alluminio
ed una di zinco, di grandezza sufficiente per appoggiarvi la
mano, un multimetro digitale o un microamperometro (possibilmente
con lo zero centrale), fili elettrici con pinze a coccodrillo,
etichette
5. un
alimentatore da 6/12 Volt, fili elettrici per i collegamenti,
soluzione di acido solforico al 5 %, un recipiente in vetro a
bocca larga, due provette da inserire – rovesciate e piene della
soluzione acida – all’interno del recipiente, due pezzi di grafite
(sezione di circa 5 mm) da inserire nelle provette rovesciate,
facendo attenzione a non far entrare aria
6. un
becker da 250 cc, soluzione di solfato di rame, chiodi e vaschetta
per contenerli, fili elettrici con pinze a coccodrillo, pila
da 4,5 V o alimentatore da 6 V, sostegni per i chiodi.
BIBLIOGRAFIA
Nuffield- Scienze
integrate – ed Zanichelli 1973; libro insegnanti sezione 5 (elettricità)
R. Graf, Safe and simple electrical experiments – Dover publications,
inc. New York M.G. Fortuzzi, La materia - Corso di scienze fisiche,
chimiche naturali - Ed. Zanichelli 1978 A Bargellini, Il mondo
della chimica – ed C. Signorelli 1995
http://www.exploratorium.edu/snacks
http://www.scienzaviva.it/pubbl/pdf/Batteria_All_aria2.pdf (batteria
alluminio-aria)
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