Telefoni fatti
in casa
n.1

Materiali
Due bicchieri di plastica, una oggetto appuntito
per praticare un foro sul fondo dei bicchieri, spago molto lungo (anche
20 m)
Cosa fare e cosa notare
Praticare un foro sul fondo
di ciascun bicchiere e fissarvi un'estremità dello spago, annodandolo all'interno del bicchiere
in modo che non fuoriesca. Un ragazzo tiene un bicchiere, mentre l'altro
si allontana fino a quando lo spago risulta ben teso. Se il primo ragazzo
parla nel bicchiere, il secondo, tenendo il bicchiere vicino all'orecchio,
riesce a sentirlo, anche se la distanza è molto elevata. Attenzione: lo spago teso non deve toccare alcun ostacolo.
Cosa accade
Quando parliamo facciamo vibrare le corde
vocali; le vibrazioni si trasmettono all’aria dentro al bicchiere, che le concentra perché funziona
da cassa di risonanza. Il filo conduce le vibrazioni fino all’altro
capo, dove il secondo bicchiere le raccoglie e le amplifica; così si
riesce a sentire chiaramente ciò che la persona dice nel primo
bicchiere, anche da una notevole distanza.
Il filo deve essere teso, altrimenti le vibrazioni non si
trasmettono in modo ordinato e il suono non arriva. Se il filo si avvolge
attorno ad un ostacolo, quest'ultimo raccoglie parte delle vibrazioni.
Telefoni
fatti in casa
n. 2

Esperimento tratto
dal sito http://www.sciencetoymaker.org/boat/index.htm
Materiali
Due piccoli altoparlanti (prelevati da vecchie
casse per il computer), filo elettrico (del tipo di quello usato per
gli impianti stereo) molto
lungo (più i ragazzi che parlano sono lontani, più efficace risulta l'esperimento),
nastro isolante o meglio un saldatore.
Cosa fare e cosa notare
Saldare i due piccoli altoparlanti
a ciascuna estermità del filo elettrico. Utilizzare il telefono
come descritto nell'esempio n. 1. Si nota subito che in questo
caso non è necessario che il filo risulti
teso e che l'efficacia di questo telefono è molto superiore a
quella del telefono costruito con bicchieri e spago.
Cosa accade
Le vibrazioni delle corde
vocali di chi parla mettono in movimento le molecole d’aria che,
a loro volta, fanno vibrare la membrana dell’altoparlante.
Il primo altoparlante trasforma queste vibrazioni in elettricità,
il secondo compie il processo inverso, ritrasformando l’elettricità in
vibrazioni, che il nostro orecchio raccoglie. Il processo è simile
a quanto accade in un motorino, che consuma elettricità per muoversi
ma può anche essere usato come generatore di elettricità,
se è messo in movimento (come nella dinamo della bicicletta).
Come nel motorino elettrico, nell’altoparlante c’è un
magnete fisso e un filo elettrico avvolto in spire, che produce un campo
magnetico quando è percorso da corrente. E’ l’interazione
tra i due campi magnetici indotta dalla vibrazione della membrana a produrre
elettricità nel primo altoparlante, mentre l’elettricità produce
la vibrazione della membrana nell’altoparlante ricevente.
classe
3 E, insegnante Sandra Turra |